In piazza Cavour, là dove inizia via Mazzini, due singolari composizioni sul muro del palazzo richiamano la nostra attenzione. Non si tratta di edicole di ardesia come se ne trovano molte in Riviera, ma di riquadri piastrellati di maiolica colorata. Credo che le abbiamo viste tutti infinite volte, gettandoci l’occhio distratto, al massimo chiedendoci brevemente chi sarà stato ad affiggere al muro la veduta di Perugia; che è proprio Perugia lo dice la scritta sottostante “Perusia Augusta Turrena”. Poco distante, un’altra composizione ci spiega cos’è la ceramica, è la parola dei sepolcri preistorici, le rivelazioni di civiltà luminose e di fratellanze umane impensate.
E sopra il portone al numero uno di via Mazzini, ancora una maiolica di Madonna con Bambino.
Parliamo di queste insolite ceramiche con Luciano Feroci. Romano con madre di Assisi, vive a Rapallo dal 2005 e insieme al cugino Maurizio Terzetti, anche lui assisano, ha iniziato da anni su queste immagini un’approfondita ricerca.
Da queste indagini è emerso che le composizioni sono tutto ciò che rimane del negozio di “Ars Umbra”, sorto tra le due guerre mondiali sotto i portici di piazza Cavour, per merito di un poliedrico perugino venuto a Rapallo nel 1914, Luigi Monti.
Quest’attività commerciale era una raffinata Galleria di ceramiche e artigianato umbro, tra studio e bottega, al servizio di quel pubblico internazionale, erudito e colto, che per tradizione faceva, allora, riferimento al centro di Rapallo.
Queste maioliche le hanno permesso di risalire a un uomo dalla spiccata personalità, gli chiediamo…
L’incontro con la personalità letteraria, artistica e imprenditoriale di Luigi Monti ha del singolare: com’è accaduto a me, è avvenuta durante una passeggiata lungo il “carrugio” di Rapallo, con l’attenzione catturata proprio da quella ceramica collocata sopra l’insegna di un negozio moderno. Vi è raffigurato un quadro del 1454 di Benedetto Bonfigli della Perugia medievale, conservato nella Pinacoteca di Perugia, con le sue torri. La riproduzione, commissionata da Luigi Monti, è del 1913. Ne è autore il ceramista Rodolfo Ficola di Deruta. A Rapallo, fin dall’inizio, quel pregevole pezzo d’artigianato umbro è dovuto apparire certamente particolare, al di fuori di ogni contesto culturale e di qualunque coordinata spazio-temporale.
Anche la Madonna in ceramica è proveniente dalla manifattura Maioliche Deruta per opera del ceramista Gabriele Bicchioni.
Un suggestivo punto di collegamento si trova alla fine del “carrugio”, in Piazza Garibaldi sopra l’ingresso di una profumeria, dove è possibile ammirare un’altra bellissima ceramica sicuramente di Deruta-Mastrogiorgio.
Dove ha cercato le informazioni su Monti?
Lo stimolo alla ricerca di approfondimenti è iniziato anche grazie ai signori Simonetti e Roncagliolo, attuali titolari del sottostante negozio, che nel 1961 rilevarono la precedente attività da Tecla Monti. È stata proprio la signora Tecla, figlia di Luigi, a fornire agli odierni proprietari le prime preziose informazioni cronologiche, precisando che suo padre Luigi Monti aveva fatto mettere le suddette maioliche.
Doverosi ringraziamenti vanno anche al nipote più che ottantenne di Luigi Monti che vive a Rapallo, l’ing. Luigi Pendola, figlio della secondogenita di Luigi, Angiola. Lucido e puntuale nei ricordi ha permesso di conoscere alcuni aspetti della personalità non solo del nonno. La zia Tecla, molto erudita, completamente rivolta alla gestione dell’Ars Umbra. Lo zio Rolando, primogenito di Luigi, noto pittore le cui opere sono conservate in molti musei, come la Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma. Il cugino Paolo che nel 1992 crea l’archivio delle opere del padre (www.rolandomonti.com). Infine un’altra pronipote di Luigi Monti, Severina Donati de Conti, che vive a Crema, nipote del fratello di Luigi, Ercole, e figlia di Bruna Monti (figlia di Ercole).
Vediamo un po’ più da vicino la figura di Monti.
Nel proseguimento delle indagini è emerso che Luigi Monti, nato a Perugia nel 1875, è stato una personalità molto significativa per la cultura umbra di fine Ottocento e d’inizio Novecento poiché erede di una famiglia legata al Risorgimento umbro, uomo versato nella professione di farmacista e dotato d’ingegno letterario.
Di lui, in Umbria, si perde ogni traccia dalla metà degli anni Dieci del secolo scorso, quando, in effetti, egli si trasferisce nel 1912 in Liguria, a Monterosso a Mare, al termine di una serie d’iniziative di carattere commerciale legate alla sua professione di farmacista.
Nel 1914 da grande eclettico e da sapiente imprenditore nel campo della cultura, si trasferisce a Rapallo, dove crea l'”Ars Umbra”.
Cosa ci può dire degli antenati “risorgimentali” di Monti?
I Monti sono una ben conosciuta famiglia di Perugia. Molti membri della famiglia hanno partecipato a pieno titolo alle lotte risorgimentali. Coriolano Monti, il più noto, aveva aderito alla Guardia Civica nel 1847, era mazziniano alle origini, in seguito, come molti, si spostò su posizioni moderate, e come tale fu eletto più volte deputato negli anni Sessanta dell’Ottocento. Rimase invece sempre su posizioni radical-repubblicane un altro Monti, Benedetto.
Luigi Monti discendeva direttamente da sette patrioti tra cui una donna, Adelaide, che a Londra aveva conosciuto Mazzini e Dante Gabriele Rossetti, per i quali aveva trasportato lettere e messaggi tra l’Italia e l’Inghilterra. L’avvocato Nicola Monti, suo zio paterno, è ricordato in città per essere caduto, giovanissimo, il 20 giugno 1859, al Frontone, per la difesa di Perugia. Meriti ben più consistenti sono riconosciuti all’altro suo zio, il colonnello Dante Monti, eroe di molte battaglie risorgimentali e fra i principali liberatori di Perugia nel 1860. Di ognuno Luigi scrisse, nel 1910, un breve ricordo nel libro di versi a loro dedicato: “Da la morte la vita”.
La produzione letteraria di Monti sembra ragguardevole…
“Monti Luigi fu uno spirito bizzarro, sensibile e acuto”, così scrisse di lui un giornale perugino molti anni fa.
Ricordato con un carattere “scorbutico”, ma scrittore sensibile ed eclettico, scrisse anche in stile satirico, beffardo e in vernacolo peruginesco, sul comportamento delle genti, politici e amministratori di Perugia, come quando pubblicò nel 1900 “Le Vassallate de Don Pavana”, libro recentemente riedito a Perugia.
Troviamo, invece, un Luigi commovente, romantico e malinconico nel libretto di giovanili versi intitolato: “Poesie d’altri tempi – Pagine Elegiache”, del 1907, dedicato al primogenito Rolando appena nato.
Chiudiamo con la sua attività qui da noi, a Rapallo.
A Rapallo, Monti partecipò attivamente alla vita culturale della cittadina, è stato membro del Comitato di Redazione del “Supplemento Letterario” e come scrisse il poeta Ezra Pound nel numero del 24 agosto 1932: “Decano feroce degli scrittori rapallesi”, che di giorno in giorno, sulla terrazza dell’Albergo Rapallo, commentavano prosa e poesia.
Nel 1922 a Rapallo, per promuovere la sua esposizione e vendita nell’Ars Umbra pubblicò un libretto tradotto anche in tedesco e inglese: “Le celebri majoliche Umbre di Deruta-Mastrogiorgio” che nella quarta di copertina riporta la medesima scritta presente ancora oggi nelle maioliche sopra il “carrugio”.
La sua opera maggiore sono le novelle umbre de: “La Mistica stirpe”, scritta dopo la morte della madre e il riavvicinamento alla fede e alla religione. Il libro era pronto per la pubblicazione già nel 1910, ma a Monti riuscì a stamparlo proprio come Ars Umbria solo nel 1926. Seguì, nel 1931, una seconda edizione a cura delle Edizioni An. Marsano di Genova.
Tutti i componenti della famiglia Monti sono sepolti nel cimitero di Rapallo e la lapide di Luigi non poteva che essere fatta con ceramiche di Deruta, riportante una frase del libro La Mistica Stirpe.