Nel periodo da maggio ad ottobre 2024 l’amministrazione comunale ha sostanzialmente chiuso l’iter per la realizzazione di un nuovo asilo nido comunale nel Parco Casale, per 60 bambini da 0 a 3 anni.
Un iter iniziato dal Sindaco uscente a fine del secondo mandato e portato a termine dall’attuale amministrazione; in perfetta continuità.
In 6 mesi in sostanza il Comune ha commissionato un progetto preliminare, ha sfruttato una finestra temporale per accedere ad un finanziamento dei fondi PNRR di 1.440.000 €, ha approvato una variante urbanistica, ha approvato una variazione di bilancio per trovare i quattrini necessari al completamento del plesso (il totale dell’opera costerà 1.900.000 € al netto di ribassi d’asta), ha bandito una gara per la individuazione dell’impresa costruttrice, ha ricevuto ben 8 offerte e sta procedendo all’apertura delle relative buste per concludere l’aggiudicazione dell’appalto.
Appalto, che dovrà vedere l’inizio lavori a metà dicembre 2024 e fine lavori al dicembre 2025, con chiusura generale dell’intervento al marzo 2026 secondo le tempistiche impartite dal PNRR.
Tutto fatto con grande operatività e tempismo.
Ci sarebbero quindi da fare i complimenti se questi sforzi fossero stati compiuti per una opera giusta, condivisa, rispettosa dell’ambiente.
Quindi sicuramente un plauso per il ritmo sostenuto, ma giudizio negativo per la finalità.
Non lo dico solo io.
I Consiglieri di minoranza, nella serata del 21 ottobre scorso, in occasione del Consiglio Comunale da loro richiesto sul tema, hanno argomentato per oltre 3 ore i motivi del NO al nuovo asilo nido, alla presenza di molti cittadini rappresentanti di un comitato spontaneo che ha raccolto oltre 800 firme di persone contrarie alla realizzazione dell’opera.
Che sia chiaro, non è un NO all’asilo quale NIDO per i piccoli bimbi, ma è un NO all’asilo nido, li … dove è stato immaginato.
Perché la scelta è caduta su una fascia del nostro Parco Casale.
Senza la consultazione del Comitato di quartiere, dei cittadini, delle associazioni e degli operatori commerciali della zona, delle minoranze consiliari.
Un’area di altissimo pregio con vincoli ambientali di ogni genere e monumentali vista la presenza di un esemplare di Cipresso di Monterey dell’età di oltre 110 anni.
L’area in esame è la fascia delle serre comunali sostanzialmente in disuso, tra la Via Luigi Casale ed una ulteriore fascia sottostante il complesso del Minigolf, con una estensione indicativa di circa 60 metri di lunghezza e 17 metri di profondità.
Visione aerea delle Serre comunali.
A sinistra la serra in funzione. A destra quelle da demolire. Al centro il Cipresso di Monterey. In basso la via Luigi Casale con edificazione residenziale
L’insieme delle serre comunali da demolire
Immagini tratte dalla documentazione progettuale resa disponibile sull’Albo Pretorio Comunale nella sezione Bandi e Gare
Ogni atto letto, per documentarmi il più possibile, ricavato dal materiale di gara pubblicato all’Albo Pretorio del Comune, parla di demolizione e ricostruzione … di sostituzione edilizia.
Contiene cioè una terminologia usata in ambito tecnico per dire che “tanto demolisco e tanto ricostruisco “, … ma così invece non è.
Le attuali serre in ferro e vetro in disuso (e non quella più grande collocata in sito nel 2004 e che rimane in opera) sono per lo più basse come anche i contigui corpi murari, con una dotazione di metri cubi veramente contenuta.
La loro demolizione, che crea quindi un patrimonio volumetrico, di riuso, modesto, lascia invece spazio ad un nuovo manufatto con una lunghezza massima di circa 60 metri ed una di profondità media di circa 13 metri, per una articolata superficie di oltre 600 mq e di volume “enne “ volte superiore di quello demolito.
Cioè un impianto planimetrico che satura quasi totalmente la fascia a disposizione ed esprime la sua irriverenza nei confronti di tutto ciò che sta nelle vicinanze, elevandosi con volumi dell’altezza fino a 6,20 metri dal piano di campagna.
Per una migliore comprensione di quanto affermato, l’immagine che segue mette a confronto i volumi demoliti (in giallo) con quelli costruiti (in rosso), con un evidentemente sbilanciamento verso questi ultimi.
Planimetria e Sezioni di Confronto tra il Demolito ed il Costruito.
Stralci di elaborati grafici tratti dalla documentazione progettuale resa disponibile sull’Albo Pretorio Comunale nella sezione Bandi e Gare
I nuovi volumi si pongono nello spazio adattandosi, in maniera obbligata, ai lembi delle fasce di rispetto all’intorno: 10 metri dai fronti edificati limitrofi, 30 metri dalla linea ferroviaria di RFI, 10 metri dall’antico cipresso di cui si è già parlato (vedere archi di cerchio arancioni)
Lo fa comprimendosi tra il muro di valle dal quale si stacca di 2,60 metri ed il muro di monte dal quale si stacca per 1,40 metri.
Planimetria delle coperture
Stralcio di elaborati grafici tratti dalla documentazione progettuale resa disponibile sull’Albo Pretorio Comunale nella sezione Bandi e Gare
Lo fa con tecniche costruttive strutturali tali da non intaccare la statica di questi muri che potrebbero cedere e collassare durante gli scavi e le lavorazioni.
Lo fa proponendo l’accesso all’asilo dopo aver percorso rampe pedonali di 21,50 metri lineari, ricavate in un terrapieno, per superare un dislivello di 3,10 metri da quota strada a quota asilo ( pensate alle Mamme con bambino in braccio durante un temporale).
Per arrivare poi dove?
Ad un plesso che scende a compromessi al ribasso nella dotazione degli spazi interni.
Planimetria del Piano Terra con la sequenza delle funzioni e Prospetto lungo la Via Luigi Casale
Stralci di elaborati grafici tratti dalla documentazione progettuale resa disponibile sull’Albo Pretorio Comunale nella sezione Bandi e Gare
Dopo un piccolo ingresso si trovano spazi per bidelli e maestre in condivisione, poi ancora un corridoio di 48 metri che da accessibilità a 3 aule da 60 mq. cadauna.
La prima per i bambini lattanti ( da 0 a 1 anno ) per un totale di 20, la seconda e la terza per i bambini divezzi o semi divezzi ( da 1 a 3 anni ) per un totale di 40.
Bambini che non avranno la possibilità di riposare tutti insieme perché per i lattanti è previsto uno spazio con 17 culle mentre per i 40 bambini divezzi e semi divezzi è previsto uno spazio con solo 15 lettini.
Anche il momento del pasto non potrà contare su uno spazio adeguato, perché non c’è … e quindi dovrà essere somministrato nelle aule, caratterizzate da grandi specchiature vetrate totalmente orientate a SUD e con il quasi certo rischio della creazione di un “effetto serra” all’interno delle aule stesse.
Sul finire del piano si trovano poi una cucina ed altri spazi di servizio per il personale nonché un accesso per approvvigionamenti vari provenienti da una stradina tangente alla grande serra comunale che rimane intonsa.
Se lo spazio interno è veramente molto contingentato, lo spazio esterno … lo è anch’esso.
Verso mare una fascia di 2,60 metri di verde tra l’edifico ed il muro di contenimento con rischio di caduta dei bambini verso la sottostante Via Luigi Casale.
Verso monte, una fascia di 1,40 metri per poi trovarsi di fronte un muro di contenimento alto circa 3,20 metri.
Sezioni trasversali di progetto
Stralci di elaborati grafici tratti dalla documentazione progettuale resa disponibile sull’Albo Pretorio Comunale nella sezione Bandi e Gare
Solo la realizzazione di un secondo lotto nella fascia soprastante potrà consentire nuovi spazi verdi, non prima di aver percorso una scala a gradoni per superare il dislivello di 3,20 metri.
I limiti conclamati non sono finiti.
Non esiste un adeguato spazio per parcheggio delle auto dei genitori che dovranno portare all’asilo il proprio bimbo/bimba.
Un transito di almeno 4 volte al giorno per 60 bambini, fa 240 transiti che necessitano di parcheggi per i mezzi ma soprattutto generano picchi di traffico nell’innesto della via Luigi Casale con la Via Aurelia di Ponente.
Tratto stradale già trafficato e pericoloso.
Non esiste la possibilità di un ampliamento futuro in quanto il manufatto del nuovo asilo nido è, come sopra descritto, letteralmente “ incastrato” in una fascia con forti limiti fisici e normativi al suo intorno.
Non esiste ancora il progetto di un ampliamento del parcheggio aggiuntivo che a sentire i rumors locali dovrebbe contemplare lo sbancamento della fascia destinata ad area cani ed essere finanziato con ulteriore aggravio sulle casse comunali.
Nel lotto mandato in gara non è poi stata inclusa la fornitura e posa della Ventilazione Meccanica Controllata degli ambienti (VMC): impianto di fondamentale importanza per il ricambio e la salubrità dell’aria (Covid insegna).
Ma soprattutto il nuovo manufatto cannibalizza in modo importante una porzione del Parco Casale che, unitamente alle sue Ville storiche, rappresenta un importante patrimonio naturalistico per la città che dovrebbe essere valorizzato attraverso uno studio organico d’insieme e non depauperato con proposizione di funzioni tra loro slegate.
Insomma perché non si è pensato l’asilo nido da un’altra parte?
A poco giova sapere che stiamo parlando di un manufatto antisismico e performante dal punto di visto del risparmio energetico e che si offre alla vista con una poetica architettonica che prende spunto dallo skyline delle serre.
Tutto bene, ma non li.
Tutto ciò non è in grado di ristorare la privazione che si avrà dell’autenticità del luogo pensato per l’asilo nido.
Si perderà per sempre il suo genius loci: lo spirito del luogo.
Perché altrimenti si perdeva il finanziamento di 1.440.000 € ?
Io lo avrei perso e avrei pensato diversamente, perché i piatti della bilancia di questa operazione non sono assolutamente in equilibrio.
Ripeto nessuno è contrario alla struttura, se necessaria, ma non lì.
Ci si chiede se non è possibile che il quasi ultimato nuovo asilo di Sant’Anna non possa immaginare in oggi un ulteriore ampliamento, per ospitare i 60 bambini da 0 e 3 anni pensati a Parco Casale e centralizzare quindi in un polo specialistico l’accoglienza dei piccoli bimbi.
Oppure ancora ci si chiede perché il fabbisogno aggiuntivo di posti di asilo nido per 60 bambini, che immagino noto da molto tempo, non poteva trovare risposta nel dimensionare in maniera più ampia, già in origine, il progetto per il costruito/costruendo nuovo asilo di Sant’Anna.
Forse la programmazione non c’è stata.
Ci si chiede ancora se era proprio necessario un nuovo consumo di suolo per la realizzazione di un immobile comunale o se non era più sensato immaginare la trasformazione di immobili già nel patrimonio comunale, come ad esempio Villa Riva, Villa Queirolo, Villa Devoto.
Oppure ancora se non si poteva pensare all’acquisizione di nuovi manufatti edilizi da convertire agli usi più opportuni.
Nel tempo il Comune lo ha sempre fatto per accrescere le proprie dotazioni e dare sempre più maggiori risposte e comfort alla cittadinanza.
Qualche esempio.
Nel 1974, venne acquistata villa Tigullio con il parco di pertinenza, diventando sede della Biblioteca Internazionale e del Museo del Merletto.
Negli inizi degli anni 2000, venne acquistato l’ex Ospedale di Rapallo in Piazza Molfino, vicino alla Stazione Ferroviaria, divenendo poi sede di alcuni uffici comunali e di housing sociale.
Nel 2023 , venne acquistata Villa Devoto, la cui destinazione futura è ai più sconosciuta.
Oggi si presenta però una grande occasione rappresentata dalla messa in vendita del complesso dei Padri Somaschi Emiliani, oltre la cinta ferroviaria.
Un complesso storico che ha visto l’avvicendarsi di diverse generazioni.
Un compendio da sottrarre alle iniziative speculative di qualche operatore immobiliare oppure, più genericamente, alla sua decadenza, per convogliarlo nel patrimonio immobiliare comunale previa sua acquisizione.
Sarebbe un investimento per la città e soprattutto per i bambini ed i giovani che sono il nostro futuro e con cura dobbiamo guardare a loro.
Sarebbe probabilmente “l’investimento” per Rapallo.
Al suo interno potrebbero trovare collocazione sicuramente le funzioni già in essere, che vanno salvaguardate per l’importante valore che rappresentano, ma poi accogliere l’asilo nido di cui stiamo trattando, spazi di aggregazione, spazi sportivi, ricettivi, di studio, per conferenze, per coworking e, perché no, incubatori di start up.
Esempio di questa possibile realtà è poco lontano da noi: lo Spazio Lido di Chiavari, vicino al compendio immobiliare della colonia Fara, inaugurato nell’ottobre del 2023.
Insomma il complesso degli Emiliani potrebbe divenire un GRANDE POLO ATTRATTORE con ampi spazi polifunzionali dove crescere i piccoli bimbi e i giovani , dove poter fare cultura e movimento, coltivare amicizie e socialità, progettare il futuro.
La VISIONE per una conversione immobiliare di questo tipo la si mette a punto intorno ad un tavolo.
I DENARI necessari, si trovano: con fondi propri, accendendo un mutuo, “bussando all’Europa”, attivando forme di collaborazione previste nel Partenariato Pubblico Privato.
Ma ancor prima serve la VOLONTA’, quella politica e questa dipende solo dalle donne e dagli uomini che ne compongono la classe dirigente.
Immagini di copertina tratte dalla documentazione progettuale resa disponibile sull’Albo Pretorio Comunale nella Sezione Bandi e Gare