A poche ore dal voto regionale, dimenticando per un istante temi corrosivi come quello dolorante della sanità pubblica martoriata nel giro di pochi anni, in momenti di attesa e speranza (e preoccupazione) come questi, le locali attenzioni si rivolgono al territorio cittadino. Nel merito, ancora una volta, al raccordo autostradale per la Fontanabuona e al traffico. In fondo oggi si discute e decide – e incide – intorno al futuro prossimo e remoto.
Partiamo da un assunto: non è più tollerabile la realizzazione di opere senza una visione d’insieme. Il riferimento non è certo contro le idee, ma c’è insofferenza verso a certi progetti (come quello dell’asilo al Parco Casale discusso alcuni giorni fa in consiglio comunale) che insistono in un territorio così antropizzato e saturo come il nostro: andare avanti per varianti e progetti spot è approccio perdente – i risultati sono evidenti.
Le stesse considerazioni valgono per la questione raccordo viario con annesso tunnel per l’entroterra che è un’opera comprensoriale, che guarda ad un territorio complesso che va dall’entroterra profondo al mare estremo.
Sulla questione è stato scritto ed è stato detto tanto, ma c’è una sintesi che va nuovamente evidenziata: non si può più accettare che una comunità debba sopportare il completo onere di un’opera. Non di disagi si tratta, ma di fardelli non digeribili di un’opera comprensoriale i cui sfregi sono sostanzialmente localizzati da una sola parte. L’asta dei pesi e dei contrappesi è inclinata in modo inaccettabile.
Ho la nutrita convinzione che Rapallo, già storicamente compromessa, sia la vittima sacrificale, predestinata e implicita, di questo pregiato comprensorio. Ciò è irricevibile. C’è la giusta e legittima aspirazione di una valle ad avere un collegamento decente che non ha. Ma, per contro, l’apertura di una nuova via di comunicazione che mette a contatto diretto due aree che naturalmente non lo sono genererà necessariamente un flusso ulteriore di traffico. Senza contare gli aspetti ambientali e senza tenere in considerazione che una nuova via potrebbe mutare radicalmente alcune caratterizzazioni urbanistiche dell’entroterra che non sono state valutate nelle loro implicazioni. Nulla è stato studiato su ciò che sarà.
I lavori iniziati al sottopasso di via Rosselli stanno dimostrando alcune evidenze: che Rapallo non regge una ulteriore iniezione di traffico; che non si può più essere passivi o leggeri sulla valutazione di qualsiasi azione venga posta in cantiere; che è l’ora di ripensare completamente alla gestione della viabilità (e della non viabilità) del nostro territorio che semplicemente non può più violentarsi con questi insopportabili volumi di traffico. Non può per limiti dimensionali, fisici.
E poi il meteo che colpisce sempre più forte e che rende ancora più fragile ciò che natura ha modellato fragile.
Occorre un salto di mentalità: ragionare – finalmente – per comprensorio (appunto) facendo i conti con la realtà. Cambiando modello perché quello finora adottato, dopo aver peggiorato i valori ambientali, economici e di vivibilità della città di Rapallo, è già storicamente e ampiamente superato.
C’è una speranza che aleggia su queste elezioni regionali. Che sul tunnel la politica regionale riparta da capo. Resettando il dibattito ed il progetto, dimenticando i pro e i contro di ieri e di oggi. Ripensando al progetto con una nuova visione, aggiornata, che tenga conto degli impatti che investe. Dimenticando per un attimo convenienze politiche ed elettorali. Pensando primariamente a questo territorio. Per farlo davvero un passo in avanti.
(foto di copertina di Chiara Pendola)