Passate le elezioni, (più o meno) archiviati gli slogan e le promesse (non certo le amarezze tantomeno le acrimonie) la politica cittadina riprende, lentamente, complice la stagione estiva, il suo andare.

Capita così, in questi tempi vissuti sempre davanti ad uno schermo, che un dibattito pubblico in carne ed ossa tra il neo sindaco ed un consigliere comunale di opposizione durante una festa di partito si trasformi in un evento vissuto gustosamente, tutt’intorno densamente circondato dall’attesa di vedere e sentire due tra gli esordienti più in vista.

Da un confronto estivo – in punta di fioretto – non ci si potevano certo attendere eclatanti novità, prese di posizione o annunci su decisioni critiche. E così è andata.

Un merito, però, il dibattito tra il sindaco (senza codazzo) Elisabetta Ricci e il consigliere Andrea Carannante svoltosi alla Festa Rossa lo ha avuto.

Tutto ad un tratto, rapido come un giro di walzer, il dibattito ha reso acclarato e palese che il segno della narrazione pubblica è cambiato. E’ cambiato proprio il verso. Dai toni sfavillanti e trionfalistici che vibravano fino a pochi mesi fa, surreali e pelosi nel descrivere la magnificenza di una città che non era – e che non è -, ora il racconto si declina decisamente più aderente alla realtà. Le parole necessarie in un vocabolario pubblico di una cittadina come Rapallo – quali pulita, decorosa, accogliente, sicura – sono tornate al centro della pubblica attenzione.

La presa d’atto della situazione – siamo all’abc su troppe questioni di base e di routine per non essere preoccupati – è certamente un segnale positivo, prerequisito per arrivare ad una qualunque ipotesi di soluzione che renda meno impietoso il confronto tra Rapallo e le altre città del Tigullio. Auspicabilmente in fretta, perché tornati ad un punto di decenza sul quotidiano ci sono altri problemi di natura strutturale per risolvere decennali problemi come il traffico che ha superato di gran lunga la soglia della tollerabilità.

Ma tutto ciò non basta. Vedremo ora se la leadership elettorale, approntata in poche ore, riuscirà a trasformarsi un una leadership politica e in una leadership amministrativa entrambe indispensabili per prefigurare un percorso virtuoso. Vivacchiare non serve. E i primi segnali – scontate le indubbie difficoltà – non appaiono incoraggianti.