Mentre sono prossimi al via gli interventi per rimettere in sesto la massicciata e la diga a “protezione” del porto Carlo Riva di Rapallo, devastate dalla tempesta del 29-30 ottobre 2018, presto inizieranno anche i lavori di sistemazione delle infrastrutture antistanti lo specchio d’acqua e della passeggiata, i quali daranno vita ad una nuova spiaggia e ad un nuovo strano e misterioso pontile, anch’esso a “protezione” della stessa, immaginiamo. Nello stesso tempo sul versante più occidentale sono già partite le attività di costruzione di una piscina privata dedicata ai bagni Lido, probabilmente anch’essa a “protezione” della porzione di spiaggia comunicante e dei propri servizi da offrire ai bagnanti.
Personalmente sono molto felice quando in una città si appaltano e poi iniziano i lavori di sistemazione di qualcosa, sia essi riguardino un immobile civile, una fabbrica, un monumento o una spiaggia… soprattutto in una città in cui gli immobili diroccati o abbandonati non sono pochi e le spiagge proprio non ci sono (e quando ci sono… sono chiuse).
Tuttavia in questa stagione di opere pubbliche non abbiamo buone sensazioni di ciò che sta per iniziare, infatti noi come molti altri cittadini non abbiamo ben chiara la portata dell’intervento né quello che vi sarà alla fine dei lavori e nemmeno quale sarà l’effettiva utilità di tutte quelle opere… sperando che almeno una qualche utilità sia stata pensata.
Eppure parliamo di questioni di importanza fondamentale per una città come Rapallo, di opere dedicate alla fruizione del proprio mare e alla sua parte più iconica, la Passeggiata!
E nonostante ciò non si sono viste presentazioni di progetti esecutivi, dibattiti con la cittadinanza, passaggi in TV o video su Youtube in cui si descrivessero puntualmente ed esattamente i progetti in gioco. E la cosa ci è parsa decisamente strana per un’amministrazione che fonda gran parte del suo successo su una comunicazione del proprio “fare” assai strutturata, ampia e a tratti tambureggiante.
Addirittura la gara di appalto per la creazione della spiaggia e di altre opere a mare è passata sotto silenzio, come se non si volesse dar troppa enfasi ad una cosa di portata oggettivamente straordinaria.
La nostra impressione in questo preciso momento è che, nella migliore delle ipotesi, tutto sia avvenuto un po’ troppo senza pensarci su! Ma non per “fare presto” (come sarebbe doveroso) bensì per “fare e basta”, cosa che nel 2021, in piena necessità di rilanciare una città ed un’economia messa in ginocchio dalla pandemia, ogni azione è preziosa e va pensata e ragionata benissimo… perché non si può sbagliare, sarebbe incredibilmente grave.
Dunque la mia (e non solo la mia) sensazione è quella di osservare una serie di iniziative aventi la comune caratteristica di fare senza creare nulla, muovere senza spostare, variare cambiando ben poco, nella più assoluta indifferenza dei cittadini e delle categorie produttive.
E dire che di bisogni primari e indifferibili ve ne sono parecchi qui da noi: dalla necessità di una serie di parcheggi interrati in posti strategici alla creazione di un Centro Congressi, dalla riqualificazione delle aree verdi davanti al mare all’allungamento della passeggiata lungo via Avenaggi, citando solo i primi che vengono in mente.
E invece quello che spetta alla cittadinanza, con pochi convenevoli e senza troppe spiegazioni, è quanto descritto in questo articolo ovvero una serie di cose a “protezione” di qualcos’altro e un “brodino” di risarcimento parziale a forma di spiaggia sotto la passeggiata.
Ma perché una simile resa intellettuale e politica quando si poteva dar forma e sostanza ad una serie di idee e di nuove visioni di questa città? E la cosa non sarebbe costata neppure uno sforzo di straordinario concepimento… avendo addirittura già a disposizione gran parte del materiale di partenza.
Infatti, andando a vedere negli archivi del comune e consultando qualche giornale di un pò di anni fa sono ricomparsi una serie di lavori, schizzi, studi e progetti che potevano servire a dare un’immagine davvero nuova del nostro lungomare e a fornire un contributo al ripensamento dell’intera infrastruttura nell’ottica di migliorarne l’appeal e la fruibilità in funzioni diverse.
Ad esempio anni fa (amministrazione Capurro) hanno partecipato ad un concorso di idee sulla riqualificazione del Waterfront rapallese diversi studi e designer che ancora non avevano vissuto la devastazione del 2018 e che hanno proposto una serie di suggestioni ed immagini di una città decisamente diversa, più moderna, quasi sempre ispirata ad altri luoghi simili ma più efficienti ed accoglienti.
Rivedendo oggi quei disegni, al di là della loro più o meno complessa ed effettiva realizzabilità, ci è parsa molto chiara l’idea che anche per Rapallo… un’altra città sia possibile. Che anche qui si possa immaginare una città che rifiuta il suo poco edificante passato di urbanizzazione a casaccio, di cementificazione senza prospettiva, di rapallizzazione immodificabile e che si scrolla di dosso la nomea di città immobilizzata rivolgendosi ai nuovi trend di vita ed economici con coraggio, ottimismo e chiara visione di ciò che si vuole essere e di ciò che serve per migliorarsi.
Vero è che quelle sono proposte elaborate prima della mareggiata del 2018 e dunque in un contesto diverso da quello attuale, ma ciò che si vuole affermare in questo articolo è che un qualsiasi problema, persino la ricostruzione di un porto o il rifacimento di un pezzo di città, può essere affrontato in modo diverso da quello che il passato ci suggerisce e magari funzionalmente ad un nuovo modello di luogo in cui vivere.
Pensiamo ad esempio al “visionario” ma affascinante progetto di “sostituzione” del porto con la spiaggia e viceversa, sul modello di St. Tropez con una creazione di nuovi spazi al servizio di nuovo turismo nautico in un originalissimo progetto del designer Roberto Curtò che in parte “recupera” una marina Rapallese a ridosso della passeggiata come nella prima metà del secolo scorso.
Notevole era anche un altro lavoro, questa volta del gruppo Salimei relativo ad un Lido completamente rinnovato, piscine lungo la passeggiata mare, un porto diffuso per Yacht di rappresentanza, un attracco qualificato per i “Primeri” e, soprattutto, un’area eventi multifunzionale direttamente sul mare. L’idea è quella della promenade paysagèe da parco a parco, da levante a ponente, una green line all’interno di un percorso attrezzato che riconnette nuove ed esistenti aree verdi sottolineando l’unitarietà del progetto e la sua dimensione urbanistica.
È consultabile a questo link: https://www.archilovers.com/projects/1423/waterfront-di-rapallo-ge.html
Ancora, un ottimo spunto era quello del gruppo Pica – Ciamarra il quale forniva l’idea di un rifacimento totale della parte ovest della spiaggia con la creazione di una delle opere più utili per questa città, ovvero un centro congressi di medie dimensioni sul modello di Cannes. Anche questo progetto è liberamente visibile seguendo questo link http://martinazappettini.com/a36_riqualificazione-waterfront-rapallo+riqualificazione-del-waterfront-di-rapallo.html
Sulla stessa linea ma con la volontà di creare una nuova area polifunzionale e di grande interesse per abitanti e turisti, era la creazione di un edificio ibrido in cui sono concentrate attività di welness, fitness, discoteca, ristorante, bar, piscina d’inverno sul mare, spazio espositivo, auditorium ed in particolare la sopraelevazione del tratto di passeggiata e della piazza antistante i bagni Lido con una nuova sistemazione delle cabine al fine di non aver più chiusa come oggi la visuale sul golfo.
Gli autori erano diversi professionisti, il loro lavoro è consultabile qui: https://www.atelierfemia.com/it/2006/04/valorizzazione-del-fronte-a-mare-e-bagni-lidorapallo-ge/
E si potrebbe continuare ancora, vi sono infatti decine e decine di immagini che raccontano una città diversa, fuori dalle convenzioni manieristiche del passato e, purtroppo, ancora presenti in buona parte delle opere pubbliche promosse ed avviate oggi.
I progetti qui evidenziati e quelli di cui non parliamo in questo articolo (ma che stanno pure loro in qualche cassetto in Municipio), sono tutti caratterizzati da diversi elementi comuni: riammodernamento della parte più pregiata ed iconica della città, con l’introduzione di nuovi servizi a cittadini e turisti mediante la costruzione di solo ciò che serve in armonia con tutto ciò che già esiste. Perché serve una nuova anima della città, una precisa identità che scaldi il cuore a turisti ed abitanti e che sia in grado di far vivere e lavorare tutti.
Sembra tutto molto semplice, vero?
Eppure anche questa volta si è scelto di non seguire questo naturale percorso e di mantenere tutto ciò che c’è, allungando solo di qualche metro una spiaggia (da “proteggere” anch’essa) ed abdicando a nuove e più importanti trasformazioni dedicate ad un futuro che non arriverà mai.
Un giorno di due anni fa, un amico modenese in visita a Rapallo, con tono solenne e un pochino sarcastico pronunciò la seguente frase: “Strana questa città, chi arriva da fuori ha la sensazione che qui sia avvenuto qualcosa di importante ma che sia ormai finito e che gli abitanti vivano nel continuo ricordo di quei tempi andati. Voi rapallesi siete sempre rivolti al passato… come se non aveste diritto ad un futuro diverso, ad un vostro nuovo momento importante“.
Come dargli torto.