Transenne, assi di legno, righe bianche e rosse; come gli accessi delle zone rosse di un G8. Si presenta così la discesa alla Spiaggia del Castello dei Sogni, al confine tra Rapallo e Zoagli.
Ed è così non da poco; da quella tremenda mareggiata dell’ottobre 2018 che tanta devastazione ha portato alla nostra città.
Fino a qualche mese fa, un piccolo cartello A4 plasticato riportava un’ordinanza comunale di divieto di accesso. Oggi neanche più quello. Il vento e la pioggia se lo sono portato via … ancora.
Rimane un cartello più grande, giallo, con un divieto di transito carrabile tra via Posalunga e via Apparizione: due vie che con la spiaggia non hanno nulla a che fare ne tantomeno con Rapallo … perché sono parte dello stradario di Genova. Un ulteriore sfregio a quei pochi metri di sabbia e pietre, perché suona come un epitaffio sbagliato sulla tomba di un caro.
Dietro quel cartello fa capolino una scala in ferro e cemento di tanti anni quanti i suoi gradini che, ferita, difende con orgoglio il suo fine di collegare un mondo di sopra con un mondo di sotto, incuneandosi tra la ferrovia e le case … con il solo desiderio di far suonare ancora in modo sordo i suoi scalini ai passi dello salire e dello scendere. Ma sembra vinta dalla ruggine, ma sembra cedere alle spire delle sterpaglie, ma sembra stanca.
Non la vede nessuno questa spiaggia, è fuori dal passeggio abituale, è come se non esistesse, è ai margini, non è sulla bocca dei soliti mugugnoni.
Ma se la dignità va salvata e rispettata in ogni essere vivente, questo vale anche per i luoghi.
La spiaggia del Castello dei Sogni è nei ricordi felici della memoria di ciascuno di noi ed in quella di migliaia di turisti che ci sono venuti a trovare. Una spiaggia libera. Piccola ma bella, lontana dalla confusione, con un mare aperto e in lontananza il promontorio di Portofino.
Beate le anatre, che da molto tempo, sono le uniche presenze indisturbate di questo piccolo paradiso.
E di spiagge libere il Comune di Rapallo non abbonda certamente.
Una norma regionale, ripresa dal Piano di Utilizzo Demaniale del nostro Comune, riporta che debba essere garantita, per il tratto di costa di pertinenza, una percentuale di spiagge libere e di spiagge libere attrezzate pari almeno al 40 % della costa. Questo per tutti i Comuni della nostra Regione.
Rapallo ne ha a malapena il 18% … e con la spiaggia del Castello dei Sogni inagibile … oggi ancora meno.
Nulla è dato sapersi, nulla si conosce circa le reali motivazioni dell’abbandono e dell’inaccessibilità di questa spiaggia, o forse sono note a pochi ai quali vanno gli inviti ad un chiarimento, ad una presa di posizione, ad una iniziativa risolutiva.
Penso che la motivazione non sia da ricercarsi nell’inerzia degli uffici comunali, che negli anni hanno sempre dimostrato di sapere far fronte ad ogni evenienza, seppur frenati dalla eccessiva burocrazia e dagli elefantiaci ed ampollosi disposti normativi.
Penso non sia neppure un problema economico. Rapallo é un Comune ricco e virtuoso e certamente si potrà ancora permettere un modesto impegno di spesa per sistemare la spiaggia e la sua accessibilità.
Tra l’altro é notizia di qualche giorno fa, la concessione al nostro Comune, da parte di Regione Liguria, di ben 11 milioni di euro per il dragaggio del Golfo colpito dagli eventi dell’ottobre 2018.
Non proprio tempestivo il finanziamento, ma certamente con il tempo giusto per essere efficace spot di una campagna elettorale per le elezioni regionali ormai alle porte.
Tra le pieghe di quel finanziamento e nell’eventuale indisponibilità economica del nostro comune, ci potrebbe essere, magari, la possibilità di ritagliare una contenuta somma da destinarsi al recupero della spiaggia.
Detto quindi che non parrebbe essere ne un problema di struttura tecnica e neanche un problema economico, non rimane che pensare che la motivazione di questa inerzia al recupero sia individuabile nell’inspiegabile assenza di un input amministrativo.
Cosa si può fare nel frattempo ? Sarebbe bello poter dare un segnale a chi ci amministra, al di là di queste poche righe.
Sarebbe bello testimoniare un attaccamento al territorio e nel contempo stimolare una azione amministrativa, coagulando forze e competenze per il recupero della spiaggia.
Penso ad una sorta di crowdfunding (letteralmente raccolta di fondi) in cui spesso ci si imbatte on line, per mettere insieme non capitali, questa volta, ma forza lavoro, competenze professionali, capacità artigianali e grande amore per il territorio in cui si vive, come per dire ” se non ci volete pensare, possiamo pensarci noi “.
Intanto la spiaggia del Castello dei Sogni vale meno dei pesci rossi di Parco Canessa spostati in altre acque in attesa del nuovo look della loro vasca, vale meno del Concerto di Capodanno al Chiosco, vale meno di qualche minuto dei fuochi di Luglio, vale meno di un po di asfalto, vale meno di una luminaria delle feste … ma non c’è niente da festeggiare per una spiaggia dimenticata, non più piccolo e delicato bacio tra terra e mare ma figlia di un dio minore.